piazza-kenned3 Te lo ricordi il Bar Manna? Non è il solito refrain, è il nostro modo per iniziare una triste argomentazione su ciò che sta accadendo e che è destinato a proseguire, probabilmente con enfasi maggiore, nel prossimo futuro.

Te lo ricordi il Bar Manna?

Quante volte lo abbiamo detto o sentito dire noi che abbiamo superato gli anta? Ora è giunto il momento di essere consapevoli che ormai frasi di questo genere appartengono allo scrigno dei ricordi.

Fino a qualche anno fa la chiusura di un esercizio commerciale era cosa rara e si dava a questi eventi un enorme risalto, lasciando in dono tristezza e malinconia perché con quella chiusura anche un pezzetto della nostra vita si chiudeva.

Si riusciva ancora a godere del lato umano delle cose, si riusciva ancora a vivere con la giusta considerazione un evento negativo, non restando impassibili ed indifferenti.

Oggi è diverso.

Le attività aprono e chiudono alla velocità della luce e non hanno il tempo di imprimere in noi, nessun segno. Vi è una costante azione volta a distogliere l’attenzione da alcuni problemi, provando a far percepire una città che è molto diversa dalla realtà.

Forse per questo non ci fa effetto un Corso d’Italia con decine di saracinesche abbassate, Corso Umberto antico crocevia dei clienti della provincia, da tempo abbandonato da tutti, o un Corso Mazzini ormai privo di quei negozi eleganti e profumati che rendevano peculiare la nostra città. Oggi c’è spazio solo per alcune categorie, perché maggiormente aderenti al concetto di città ed al modo in cui essa viene vissuta.

Possibile che sia tutto giustificabile con un affrettato e banale...”c’è crisi !”?

Lo spauracchio che da anni ci terrorizza ma che poi in realtà conosciamo bene, perché in questi luoghi la crisi l’abbiamo sposata da secoli e spesso si è costretti a vivere un ménage fatto di piccoli trucchi per risparmiare e comparire.

Eh maledetta crisi...ma non quella di cui abbiamo parlato prima. O meglio non solo lei

La crisi vera è quella della mancanza di idee per rilanciare in modo sano il bel commercio di una volta.

La crisi vera è la mancanza di considerazione del pensiero e delle necessità dei cittadini e degli effetti che si riversano sul tessuto socio economico, nel momento in cui vi sono scelte da assumere.

Questa è la vera crisi. L’impoverimento delle coscienze.

Maria Grazia Cavaliere – Nuccio Tangari

“Buongiorno Cosenza”

th2 Alla luce della nuova ordinanza relativa alla ZTL, che ricordiamo entrerà in vigore il prossimo 9 luglio, non possiamo che esternare il nostro pensiero anche su ciò che il centro storico sta concretamente rischiando di subire.
Dobbiamo innanzitutto riconoscere il grande senso di civiltà della lotta e della protesta, messa in atto dai commercianti e dai residenti del luogo.
Un protesta mossa da preoccupazioni concrete e che trovano una condivisione anche nel resto della città, nella Curia che nelle sedi opportune ha manifestato la propria preoccupazione ed il proprio dissenso, sul provvedimento prossimo all’attuazione.
Con questo nostro comunicato vogliamo affermare e/o confermare, la nostra piena solidarietà e vicinanza a tutte le persone, ad iniziare dall’amico Umile Trausi, ed a tutte le categorie interessate, a tutti i cittadini, alle associazioni ed ai movimenti che continuano ogni giorno a chiedere un tavolo di discussione, che possa generare poi dei provvedimenti che hanno delle caratteristiche ben precise: essere strutturali, essere capaci di contribuire ad una vera e propria rinascita del luogo che per storia, cultura, arte dovrebbe occupare un posto sempre più importante nelle decisioni e nei progetti di un’amministrazione che invece non ascolta, non comprende le esigenze e che impone le proprie scelte invece che condividerle.
Volendo essere un minimo pragmatici, ci chiediamo e gradiremmo una risposta da chi ha pensato a questo provvedimento e lo ha firmato:
 
1.    Come può una persona rivolgersi, ad esempio, ad un restauratore che ha il proprio laboratorio nel centro storico?
 
2.    Come può una persona raggiungere senza troppe peripezie o disagi la Curia o recarsi ad acquistare materiale di abbigliamento o di oggettistica sacra?
 
3.    Come può una persona recarsi in farmacia?
 
Sono tutte domande legittime e purtroppo sono solo le prime di una lunga lista.
In questo modo i rischi di emarginare un luogo che già risulta tale è altissimo. I danni rischiano di essere molti sia sotto l’aspetto sociale sia sotto l’aspetto commerciale.
Chiediamo quindi l’applicazione del buon senso, che mai come negli ultimi tempi sembra essere diventato una chimera.
 
“Buongiono Cosenza”
 

bilancia Se non fosse inverosimile potremmo anche crederci. Questa la chiosa all’annuncio che il sindaco sbandiera ai quattro venti in previsione degli sgomberi degli stabili occupati dai non aventi titolo: “Rispetteremo le leggi dello Stato”.

Quasi una battuta da cabaret, una di quelle boutade che, visto il pulpito, ti farebbero venir voglia di piegarti in due dalla grasse risate.

Eppure l’ha detto: “Rispetteremo le leggi…” . Ora il senso alla frase ognuno lo può dare come meglio crede: “Rispetteremo, come abbiamo sempre fatto”, oppure “Rispetteremo in questa occasione”, o ancora “Rispetteremo d’ora in poi”.

Al buon cuore di ciascun lettore l’interpretazione. Ma la questione a questo punto è davvero un’altra: cosa ha fatto il nostro paladino della legalità quando si è trattato di far rispettare davvero la Legge? Quella Legge con la L maiuscola dove tutti sono eguali tra pari. Dove il potente perde il suo status e l’ultimo riacquista dignità. Dove si trovava? Io non l’ho visto.

Cosa ha fatto e fa quando assiste silente e connivente alle occupazioni del suolo pubblico da parte di chicchessia senza intervenire o sanzionare?

Cosa ha fatto e fa per quanti sono costretti nelle ore del riposo ad essere inermi ostaggi di disturbatori di ogni specie?

Cosa ha fatto e fa per garantire a chi ha disabilità di vivere una vita degna di questo nome abbattendo le barriere che glielo impediscono?

Cosa ha fatto e fa il paladino della legalità per far vivere nel decoro interi quartieri a volte abbandonati a volte abbattuti di questa città?

Cosa ha fatto e fa per coloro che, affrontato e vinto un severo concorso per diventare dirigenti del Comune, si sono sentiti rispondere che il loro diritto non potrà essere riconosciuto?

Cosa ha fatto e fa per tanti valenti cosentini che non riceveranno mai un incarico perché nei loro curricula non è scritto “amico di Tizio o di Caio”?

Ecco allora spiegata questa ilare reazione all’affermazione “Rispetteremo le leggi ……”.

Oggi c’è da stare dalla parte dell’ordinamento per sgomberare i palazzi occupati abusivamente? Ci può stare se a dirlo e a farlo è chi ha sempre ispirato la sua esistenza al “dura lex sed lex”. Ma accettarlo senza uno sghignazzo da chi ha fatto strame di leggi e regolamenti è davvero troppo.

Non siamo dalla parte di chi a seconda delle circostanze e delle convenienze sceglie la cosa che più gli conviene. Siamo e resteremo dalla parte di chi sempre, in ogni comportamento della sua vita, ogni santo giorno, ha rispettato e rispetta il prossimo e la Legge. Li ci troverete.

E naturalmente un pensiero a chi dalla sera alla mattina si troverà su una strada perché qualcuno non ha rispettato la legge dell’Accoglienza e della Solidarietà.

Sergio Nucci

 

nuovo-ospedale-cosenza-01 E’ con vivo rammarico che oggi torniamo a dare voce ai nostri pensieri anche se ne avremmo fatto a meno, perché la speranza di conoscere finalmente una decisione concreta, univoca e condivisa era viva in cuor nostro.

Almeno fino alle 22:30 di ieri sera quando sono iniziate a circolare le prime informazioni, le accuse tra le parti come nella migliore tradizione della guerra tra guelfi e ghibellini.

Il Consiglio Comunale, non all’unanimità, ha deciso di dare mandato al sindaco di Cosenza di interfacciarsi e trovare un accordo con il governatore della Regione sull’ubicazione del nuovo ospedale.

A seguito di questa decisione, pur sforzandoci, non riusciamo ad individuare alcun cambiamento rispetto a qualche giorno fa, che invece era fortemente auspicato da tutta la città.

Due soggetti (governatore della Calabria e sindaco di Cosenza) continueranno a parlare, non possiamo neanche far nostro il mandato affidato al primo cittadino in quanto egli stesso, per effetto della sua carica, ha ricevuto tale mandato (dagli elettori) per rappresentare l’intera comunità e mettere in atto tutte le azioni necessarie al fine di creare valore per la collettività.

Sarebbe stato diverso se il mandato fosse stato affidato a un soggetto diverso, non per antipatia verso il sindaco, perché probabilmente si sarebbe cercata una nuova via d’uscita a questo stallo.

Dovremmo appellarci quindi alla buona sorte, perché il passato ci insegna che le posizioni sono molto nette, distanti e ferme. E’ come se l’uno aspettasse che l’altro facesse il primo passo, il tempo intanto scorre e la questione sanitaria diventa sempre più critica.

Siamo anche stanchi di speranze quasi sempre disattese.

Siamo stanchi di dover continuamente leggere le situazioni critiche ormai protagoniste incontrastate nella nostra città.

Siamo consapevoli che oggi, ancor più di ieri, sia importante la nostra voce e quella di tutti i movimenti e associazioni, perché dobbiamo ricordare a tutti che la partita è della città, dell’area urbana, dell’hinterland.

E’ dei cittadini che oggi vivono la città e di quelli che domani lo faranno.

E’ una partita che di politica non ha nulla e non dovrà aver nulla in futuro.

Domani, dopodomani, passata la tempesta del momento ritorneremo nell’ormai classica situazione di disagio; quel disagio che è stato deciso di contrastare ancora con confronti per trovare ipotetici accordi.

I cittadini, intanto, continueranno a vivere le difficoltà vissute fino ad oggi; il personale medico e paramedico continuerà a lavorare con le ormai note problematiche non solo strutturali ma anche organizzative in relazione al numero di accessi ed alla popolazione da servire.

Dunque non resta che affidarsi al Signore (per i credenti) o affidarsi al fato (per chi non crede).

Ma siamo certi che tutto ciò, non fosse stato possibile evitarlo?

Nuccio Tangari

“Buongiorno Cosenza”

th Pochi giorni fa il sindaco tramite la sua pagina Facebook ha ufficializzato la data del prossimo evento “festaiolo” che si terrà nella nostra città, ovvero la Notte della Luna.

Al di là delle naturali considerazioni su quanto sia effettivamente necessario investire su questo evento, nel mentre la città manifesta le proprie ferite (non dimentichiamo ciò che è avvenuto per un acquazzone estivo), oggi la nostra riflessione è sulla movida, questo ormai famoso movimento di giovani e meno giovani che, nelle ore notturne frequentano i vari locali della città.

Ogni città, e la nostra non fa eccezione, è caratterizzata da luoghi notoriamente conosciuti come luoghi della movida, protagonisti di una vita notturna che si innesta in un sistema economico e sociale importante.

Per questi motivi è chiaro che la nostra posizione non può che essere favorevole ed accogliamo positivamente questa forma di new economy.Non vogliamo, tuttavia, fermarci alle sole ricadute positive e per questo ci spingiamo oltre andando a considerare anche gli appelli dei tanti cittadini esasperati che risiedono in queste zone ad “alta rumorosità”.

Anche la loro voce è importante perché se è vero che una scelta non troverà mai l’apprezzamento di tutti, ciò non significa che non sia necessario mettere in atto tutte le azioni che possano in qualche modo portare ad un riequilibrio.

Siamo certi che questo può avvenire se anche l’istituzione comunale decide di strutturare un piano di gestione e di controllo del territorio, che non deve essere visto come un modo poliziesco ma un approccio collaborativo tra tutti gli attori coinvolti ovvero:

1. Istituzione di ZTL nelle zone interessate come quella di Santa Teresa, con l’istituzione dei varchi video-controllati che permettano monitoraggio e sanzione per gli accessi non autorizzati;

2. Presenza di pattuglie delle forse dell’ordine che possano controllare il rispetto delle regole ed evitare che si possano verificare atti non consoni al contesto in cui ci si trova.

Ma non è corretto discutere solo ed esclusivamente di persone e di attività commerciali, perché alla luce della vocazione festaiola di quest’amministrazione un pensiero vogliamo dedicarlo anche a quegli eventi organizzati direttamente dal Comune.Crediamo che in questi casi sia necessario il buon esempio, la dimostrazione che il divertimento di alcuni può legarsi senza problemi alla necessità di riposo di altri.

Eppure durante la Notte Bianca abbiamo assistito a situazioni al limite della sopportazione, andate avanti anche il giorno successivo, oppure le serate danzanti in piazza accompagnate naturalmente condite da decibel alle stelle.Ma in questa città pur di sottrarsi ai propri doveri ed alle proprie responsabilità (leggi amministrazione comunale), si scaricano le colpe sugli altri al fine di creare fazioni contrapposte.

Una città divisa su qualsiasi tema è una città che non ha la capacità, pur avendone tutte potenzialità, di poter intraprendere un vero percorso di crescita.

Per questo crediamo che debba essere il sindaco, innanzitutto, a cercare di limitare queste schermaglie. Ma questo vuol essere anche un appello a tutta la cittadinanza affinché chiedano a gran voce, a tutte le forze politiche, a tutte le associazioni ed a tutti i movimenti di assumere un atteggiamento diverso.

Dobbiamo iniziare a dialogare, dobbiamo farlo perché nel mentre il tempo scorre la nostra città ha un bisogno continuo di tutti noi.

Le fazioni nascono proprio per questo motivo, si alimentano dalla voglia di non ascoltare gli altri rendendo cosi le proprie idee delle convinzioni.

Le idee, i piani di azione, devono essere valutati nel complesso, capire che ogni aspetto ha un saldo benefici/sacrifici e che ci sono tanti aspetti da considerare ed a volte qualcuno si perde di vista.Collaborando questo rischio può essere mitigato e tutto ciò è sinonimo di maggiore garanzia per la Città.E ritornando al tema del nostro comunicato, basterebbe poco per rendere le sere d’estate o i week end, momenti positivi per tutti.

I locali che lavorano, i nostri giovani che vivono la notte con spensieratezza ed i residenti non più esasperati. E’ questa la movida che vorremmoE’ questa la città che vogliamo, non più spaccata in tante fazioni ma il più unita possibile.E su questo ci batteremo e continueremo a rinnovare i nostri inviti, a formulare le nostre proposte, ad attenzionare tutto ciò che accade per informare i cittadini.

"Buongiorno Cosenza"

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