Alla luce della nuova ordinanza relativa alla ZTL, che ricordiamo entrerà in vigore il prossimo 9 luglio, non possiamo che esternare il nostro pensiero anche su ciò che il centro storico sta concretamente rischiando di subire.
Dobbiamo innanzitutto riconoscere il grande senso di civiltà della lotta e della protesta, messa in atto dai commercianti e dai residenti del luogo.
Un protesta mossa da preoccupazioni concrete e che trovano una condivisione anche nel resto della città, nella Curia che nelle sedi opportune ha manifestato la propria preoccupazione ed il proprio dissenso, sul provvedimento prossimo all’attuazione.
Con questo nostro comunicato vogliamo affermare e/o confermare, la nostra piena solidarietà e vicinanza a tutte le persone, ad iniziare dall’amico Umile Trausi, ed a tutte le categorie interessate, a tutti i cittadini, alle associazioni ed ai movimenti che continuano ogni giorno a chiedere un tavolo di discussione, che possa generare poi dei provvedimenti che hanno delle caratteristiche ben precise: essere strutturali, essere capaci di contribuire ad una vera e propria rinascita del luogo che per storia, cultura, arte dovrebbe occupare un posto sempre più importante nelle decisioni e nei progetti di un’amministrazione che invece non ascolta, non comprende le esigenze e che impone le proprie scelte invece che condividerle.
Volendo essere un minimo pragmatici, ci chiediamo e gradiremmo una risposta da chi ha pensato a questo provvedimento e lo ha firmato:
1. Come può una persona rivolgersi, ad esempio, ad un restauratore che ha il proprio laboratorio nel centro storico?
2. Come può una persona raggiungere senza troppe peripezie o disagi la Curia o recarsi ad acquistare materiale di abbigliamento o di oggettistica sacra?
3. Come può una persona recarsi in farmacia?
Sono tutte domande legittime e purtroppo sono solo le prime di una lunga lista.
In questo modo i rischi di emarginare un luogo che già risulta tale è altissimo. I danni rischiano di essere molti sia sotto l’aspetto sociale sia sotto l’aspetto commerciale.
Chiediamo quindi l’applicazione del buon senso, che mai come negli ultimi tempi sembra essere diventato una chimera.
“Buongiono Cosenza”