L’illusionismo è considerata un’arte e normalmente gli interpreti sono dei soggetti che, grazie a trucchi (fisici o psicologici) creano effetti magici.
E’ ricorrente per la nostra memoria richiamare gli spettacoli che da bambini ci entusiasmavano e ci proiettavano in un sogno, che poi con il crescere di età e quindi con un nuovo modo di pensare e valutare le cose non è più stato considerato tale, bensì è stato finalmente letto per quello che è.
Ci ritroviamo a scrivere tutto ciò perché ormai è chiaro come sia assolutamente calzante questo esempio per descrivere l’opera di questa amministrazione, che in barba al concetto della “diligenza del buon padre di famiglia” preferisce focalizzare sforzi (economici e non) nella ricerca e nella presentazione di un qualsiasi sogno da far vivere ai propri cittadini.
Un sogno che è destinato a restare tale, che non produce assolutamente alcun valore ed anzi consuma ricchezza. L’ultimo in “ordine di determine” è quello che riguarda la leggenda di Alarico, che tutti conosciamo e che evitiamo di ripetere.
L’importanza data a questa leggenda, le cui prime fonti storiche risalgono a circa 150 anni dopo l’effettiva morte del re dei Visigoti, è quindi un altro grande spettacolo messo in atto da illusionisti che pensano di rinsaldare e cementare il senso di appartenenza al territorio oltre alla ricerca di chissà quale forma di turismo, su una storia che non trova alcuna conferma.
Ma vogliamo ampliare lo sguardo non puntando il dito alle singole opere, ma contestualizzando le stesse nel nostro tessuto sociale. A breve oltre al Museo Virtuale di Alarico avremo anche il Planetario, noi in questo troviamo un parallelismo, che è quello di distogliere volutamente lo sguardo da tematiche più importanti e addirittura a far si che gli occhi, le menti e soprattutto la curiosità di sapere sul nostro centro storico e sui tanti piccoli tesori in esso compresi, vengano distolti da tale pratica.
Noi ci auguriamo che se davvero un tesoro esista, racchiuda un nuovo modo di pensare e di amministrare la cosa pubblica, con una forte attenzione sulle reali necessità. Ci auguriamo che guardare le stelle possa aprire le menti e far comprendere come sia possibile che anche ciò che apparentemente è tetro nasconde fonti di luce, come le stelle.
Ma soprattutto crediamo che per quanto possano essere belli, entusiasmanti, coreografici e chi ne ha più ne metta, tali progetti sono certamente meno importanti e soprattutto superflui. Ribadiamo quanto espresso in questi ultimi mesi e rinnoviamo l’invito all’amministrazione a far si che si possa interloquire in maniera costruttiva per la nascita del nuovo Ospedale, rinnoviamo l’invito a considerare quanto possa essere dannoso il progetto Metro, rinnoviamo l’invito a valutare i veri impatti ambientali non solo a seguito di questa nuova “mobilità” ma anche a seguito del ripensamento della viabilità cittadina.
Alla luce dei fatti anche sognare costa, sarebbe più giusto che il prezzo da pagare fosse su qualcosa di vero e di serio non su altro.
“Buongiorno Cosenza”