E’ proprio vero: per questa amministrazione esistono due città.
Una città da ostentare, da mostrare come fiore all’occhiello, da riempiere con attività ed eventi, da curare finanche nell’arredo urbano ed una da nascondere, da far cadere a pezzi, da abbandonare al degrado ed all’incuria.
La conferma di quanto dico sta proprio nella delibera 108 dello scorso 15 giugno, consultabile su www.buongiornocosenza.it e venuta alla ribalta in questi giorni, relativa alle luminarie che dovrebbero abbellire la città, o meglio solo una piccola parte, per una cifra vicina ai 500 mila euro, un miliardo delle vecchie lire.
Fa male constatare con i fatti che per quanto impegno si profonde per la Cosenza dei lustrini e delle feste tanto poco si fa per il resto della città.
Eppure anche l’altra Cosenza è sotto gli occhi dei cittadini, ed i cittadini giudicano e commentano e si indignano quando capiscono che si lavora solo per l’apparenza. E alla fine i consensi e gli incoraggiamenti plebiscitari si trasformano in critiche e sberleffi. Ed hai voglia a chiamarli odiatori quelli che, sempre di più, riconoscono la cifra negativa di questa azione amministrativa.
Occhiuto pensava che con i suoi strumenti di “distrazione di massa” la gente, quella comune, quella che va a lavorare e non aspetta un incarico o una prebenda dal comune per intenderci, avrebbe continuato a lodarlo e a sostenerlo, ma si sbagliava.
Il suo lento tracollo, agli occhi dei cosentini che amano la propria città, è iniziato all’indomani della grande bugia sulla metropolitana leggera, un’opera inutile quanto dannosa che il sindaco ha approvato al solo scopo di continuare nella sua inesorabile marcia di avvicinamento alla candidatura alla regione. E sta proseguendo, giorno dopo giorno, grazie alle scelte insulse che continua a fare a danno dei cosentini.
Un commercio distrutto dall’assenza di una programmazione attenta, una viabilità devastata da decisioni scellerate, un degrado sempre più avvilente al di fuori del miglio d’oro di corso Mazzini, un completo abbandono del centro storico divenuto terra di nessuno.
Questa non la Cosenza che i cosentini volevano dal sindaco. E lui non è l’uomo della provvidenza, lo ha capito anche la Chiesa che ha dovuto fare i conti con le sue farneticanti decisioni.
Ormai il gioco è svelato, solo pochi mesi di roboanti proclami per distrarre con inaugurazioni inutili e classifiche farlocche i calabresi e capiremo se il suo vero obiettivo di arrivare a Catanzaro, perché di Cosenza non gliene frega un tubo, sarà raggiunto. Ci riuscirà? Non ci riuscirà? Non siamo bravi a predire il futuro ma siamo bravi a capire il presente che ahinoi non è affatto buono per la nostra amata Cosenza.
"Buongiorno Cosenza"