Sono diversi giorni che non si parla più della penuria d’acqua in città con buona pace del sindaco e della Sorical, da sempre sul banco degli imputati quando si tira in ballo l’argomento carenza idrica.
Ma non è un caso che l’approvvigionamento in questi giorni sia aumentato e il merito, va detto, non è certo della politica e della burocrazia bensì delle copiose piogge e delle fugaci nevicate delle scorse settimane che, magicamente hanno portato alla luce sorgenti superficiali convogliate prontamente nelle condutture cittadine.
Una mole d’acqua che se da un lato ha fatto la felicità di tanti cosentini rassegnati a turni estenuanti per raccogliere un po’ del prezioso liquido nelle ore più strane, dall’altro a causa della pressione inusuale ha fatto saltare tubature vetuste mai censite e mai ripristinate, riversando per le strade cittadine acqua a dire basta.
Effetto temporaneo, dunque, quello dell’acqua che sgorga dal rubinetto, che con i primi caldi magicamente svanirà, riportando tutto nella normalità, ovvero nella più desolante e frustrante penuria d’acqua tanto maledetta dal cosentino medio che, per lavarsi il più delle volte deve svegliarsi alle cinque del mattino.
E allora? Torneranno i tempi bui e le maledizioni a chi eroga l’acqua, che si chiami Comune o Sorical poco importa. Eppure i rimedi ci sarebbero, solo se si volessero mettere in pratica.
Occorrerebbe spendere qualche decina di migliaia d’euro per mappare finalmente la rete idrica cittadina, iniziativa della quale si parla in ogni campagna elettorale e che mai si è portata a compimento da trent’anni a questa parte, aprire qualche nuovo pozzo, ripristinare le parti della rete più mal ridotta per evitare copiose perdite in città, potenziare gli impianti di potabilizzazione ed iniziare, finalmente, a pagare il dovuto alla Sorical per evitare riduzioni della portata.
Basterebbe questo, almeno questo, per iniziare a dare risposte alla popolazione sempre che ci sia davvero la volontà di risolvere il problema.
Buongiorno Cosenza