I maldipancia di Federico II di Svevia

MugliaQuando intorno al 1240 (XIII secolo) Federico II di Svevia diede ordine ai suoi architetti militari di restaurare quello che restava del più importante manufatto architettonico della città di Cosenza, sicuramente si sarà raccomandato che venissero preservate le particolarità architettoniche dei Bizantini che lo costruirono, degli Arabi che lo occuparono e dei Normanni che ne rinforzarono le fondamenta. Sicuramente avrà preteso che venissero evidenziati lo stile e la storia della sua Famiglia come testimonia ancora oggi la splendida torre ottagonale. E fin qui la storia...... Dobbiamo altresì evidenziare che su questo splendido Castello anche la natura e le sue forze non sono state benevole, infatti, ben cinque terremoti si abbatterono su di esso lasciando profonde ferite: il terremoto del 1184 lo distrusse quasi completamente; quello del 1638 ne distrusse i piani superiori, e le torri; mentre quello del 1659 ne fece crollare le murature. Il terremoto del 1835 compromise i restauri effettuati dalla Chiesa e dai suoi Arcivescovi mentre quello del 1905 diede il colpo finale a tutto quello che di buono era stato realizzato. Ma più che la natura poté l’uomo........ Basti pensare che questo eccezionale monumento fu acquistato dal Comune di Cosenza con un’asta pubblica del 1883 e che gli unici lavori di recupero e restauro su di esso eseguiti sono stati la costruzione di un tetto (tegolato) per dare riparo all’appartamento dell’allora custode. E veniamo ai giorni nostri......... Nel 2007 veniva affidato al prof. Marco Dezzi Bardeschi dell’Università di Firenze il progetto di restauro del Castello Svevo e successivamente venivano appaltati i lavori alla Cooperativa Archeologica di Firenze che si impegnava a concluderli entro Giugno 2011. Senza entrare nel merito del ritardo (che sicuramente sarà dovuto a fattori che noi comuni mortali non potremmo MAI comprendere), finalmente sembra che i lavori siano in dirittura di arrivo e la città si prepara a riappropriarsi del suo monumento più rappresentativo; naturalmente assisteremo alla solita parata di politici e non, che a vario titolo si prenderanno il merito di aver restituito alla città di Cosenza dopo ben 132 anni IL CASTELLO!!!! Bene........... siamo contenti e ansiosi di vedere l’opera dal di dentro ed ammirare questo famoso restauro, perché di famoso si tratta, visto che ancora prima di aprire i battenti ed ammirarne la bellezza sta facendo discutere, da più tempo, i cittadini di Cosenza e gli amanti dell’arte in generale; più o meno da quando i Cosentini hanno visto spuntare da dietro le mura in pietra del Castello LA TORRE DELL’ASCENSORE!!!!!! Mi chiedo: “era proprio necessario?” E se si: “era proprio così che si doveva realizzare?” Io, umile cittadino cosentino, non so darmi una spiegazione tecnica e non la chiederei neanche al mio Sindaco, se questi fosse un medico o un avvocato, ma siccome NOI COSENTINI abbiamo la fortuna di avere un Sindaco Architetto - pertanto cultore del bello e della storia dell’arte - perdi più con provate esperienze internazionali, da Lui, mi sarei aspettato una spiegazione di quello che, agli occhi di tutti, è uno scempio architettonico, nonché un manufatto orripilante che offende la maestosità e l’austerità del Castello e la bellezza che si era tramandata nei secoli. Dal mio Sindaco Architetto mi sarei aspettato un’entrata a gamba tesa contro questa Soprintendenza che sicuramente ha dettato le linee guida di questo orrore e sicuramente spero che ci risparmierà il solito teatrino dei soldi che sono mancati, perché per un’opera che rappresenta l’emblema della città Bruzia i soldi se non ci sono bisogna trovarli a qualunque costo. Aspettiamo fiduciosi di vedere questo restauro dall’interno poiché indiscrezioni raccontano di coperture in ferro e pareti in vetro, che poco hanno a che vedere con la storicità del luogo. Sicuramente sarebbe stato opportuno investire la cittadinanza di quello che si stava realizzando, anche se questo avrebbe sicuramente comportato un ulteriore allungamento dei tempi per le lotte eterne tra conservatori ed innovatori. I dubbi ci sono quindi perché non parlarne? Perché non chiedere la consulenza ad esperti locali, perché non interessare l’ordine degli architetti che per tanti anni il nostro Sindaco ha guidato lamentando – da presidente dell’ordine – la scarsa concertazione con le istituzioni? Mi rendo conto delle difficoltà d’intervento su un’opera millenaria come il Castello ma proprio per questa difficoltà avrei ritenuto opportuno il coinvolgimento di maestranze competenti sull’opera da realizzare............ è un’occasione che non si ripeterà più e purtroppo gli errori passati non insegnano (ad esempio Piazzetta Toscano) sarebbe stato meglio rallentare i lavori piuttosto che realizzare qualcosa di veramente brutto che rimarrà a vita sotto gli occhi dei cittadini di Cosenza e non. Io penso che, quando venerdì si apriranno le porte del Castello, il fantasma di Federico II passeggiando lungo il corridoio “dei fiordalisi”, guardando l’ascensore e la copertura in ferro del suo Castello avvertirà dei dolori lancinanti allo stomaco che lo costringeranno, suo malgrado, ad abbandonare le celebrazioni e rinnegare il luogo.

Maria Pia Muglia

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