C’era una volta il salotto buono

Antonio MaranoCorso Mazzini, un invivibile centro culturale e commerciale affondato sull’accattonaggio selvaggio. Alzi la mano chi, nel corso di una passeggiata lungo il corso principale della città, o magari mentre è intento a consumare un caffè al bar, non è divenuto preda di una moltitudine di persone che, con fare insistente e stucchevole, gli ha chiesto di elargire qualcosa. Il fenomeno è da tempo fuori controllo e, chiariamolo subito, non è un mercato gestito in maniera esclusiva da persone venute da altri Paesi, ma anche da gente del luogo che arrotonda lautamente ed esentasse il proprio budget. A detta di alcuni commercianti, a fine serata, ci sarebbe una richiesta di scambio di soldi spicci che va, mediamente, dalle cento alle trecento euro a persona! Contanti non tracciabili, non soggetti a tassazione ed elargiti da gente che lavora onestamente, fa davvero sacrifici per arrivare alla fine del mese e che viene infastidita senza remore, nonostante voglia godersi un minimo di tranquillità e di relax. Nessuno vigila, nessuno tutela i cittadini, tantomeno questa miope Amministrazione Comunale che sembra più un’impresa edile che non un Ente Pubblico deputato a gestire la cosa pubblica ad ogni livello. Da più parti si odono lamentele, ma nessuno muove un dito. I commercianti sono abbandonati al loro destino e più che invitare questi simpatici figuri ad allontanarsi dal locale non possono fare altro. Che dire poi della critica che viene mossa dagli stessi elemosinanti a chi dona una cifra ritenuta troppo bassa! Apriti cielo! Non è raro sentirsi dare persino del pezzente! L’accattonaggio selvaggio lungo Corso Mazzini è giunto a livelli talmente insostenibili che gli stessi elemosinanti non riescono a ricordarsi di chi ha già donato loro qualcosa e nell’arco di appena 100 metri ritornano alla carica. Personalmente da Piazza Kennedy fino a Piazza dei Bruzi sono stato avvicinato tre volte dalla stessa persona, ma i più fortunati possono arrivare anche a cinque o sei. Questo costituisce un vantaggio per chi è solo e cerca compagnia per fare quattro passi scambiando due chiacchiere. Il rischio di restar da soli è praticamente nullo! Ma vediamo quali sono i metodi di abbordaggio più frequenti. Donna con bimbo piccolo al seguito e un altro in grembo; vecchietto sdentato che si limita a dire: “Ma dati ancuna cosa?” Soggetto stravagante che ti saluta, ti dice: “Ti ricordi di me? Sono Tizio, figlio di Caio. Mio padre era molto amico del tuo. Devo comprare il latte a mia figlia ma non ho i soldi, mi aiuti?” Credo abbia aperto cinque latterie ormai. Persona dal fare dolce e amorevole: “Compà ancuna cosiceddra ppè na panina?” Bimbi simpatici armati di pulcini, giocattoli, casalinghi. Ragazzine intente a richiamare l’attenzione con un delicatissimo “Oh! Ohhh!” Gente dotata di ricette mediche, richieste di analisi cliniche, bollette di utenze. C’è di tutto e di più. Non manca veramente nulla. Facendo due conti, alla media di 10 centesimi, ogni giorno sul Corso, ognuno di noi dovrebbe regalare circa 3 euro, quindi 90 euro al mese, ovvero 1080 euro all’anno. Un intero stipendio, per chi ce l’ha di tale entità. Per un operatore call center che lavora 4 ore al giorno e guadagna circa 600 euro al mese è un impegno di spesa che copre quasi due mesi di lavoro. Però abbiamo sempre da ridire noi cittadini incontentabili! Ci hanno restituito tanti nuovi marciapiedi, piazze, isole pedonali e cantieri aperti. L’unico posto dove si può camminare è soggetto al pagamento di qualche euro al giorno che vuoi che sia?
 
Antonio Marano
 

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