«Cosenza ha bisogno di riacquistare centralità e delle statue, belle o brutte che siano, non possono creare questa centralità». È quanto afferma Sergio Nucci che rilancia il movimento civico Buongiorno Cosenza, attraverso il quale ha combattuto tante battaglie politiche nella passata stagione amministrativa, e che oggi, dopo la sconfitta elettorale del maggio 2016, vuole proseguire aggiungendone di nuove. «In realtà - precisa Nucci - Buongiorno Cosenza non si è mai fermato. Addirittura potrei dire che è dalla scorsa campagna elettorale che continuiamo a riunirci e a discutere dei problemi della città. Da noi la sconfitta se vogliamo chiamarla così, ci ha ridato nuova energia e la consapevolezza che non si combatte per una postazione in consiglio comunale bensì per un ideale. Ed il nostro ideale resta sempre lo stesso: una città più a misura di cittadino e più vicina ai desideri ed ai bisogni di tutti, non di una sola parte. Dunque oggi acceleriamo, dopo un breve rallentamento. Abbiamo ripreso a pubblicare tutti gli atti prodotti dal Comune di Cosenza. In questo il supporto del consigliere Enzo Paolini è stato fondamentale. Abbiamo rimesso tutto online e rappresentiamo la vera trasparenza, atteso che gli atti in pubblicazione sulla pagina dell'ente, dopo pochi giorni, vanno nel dimenticatoio ». Nucci, ripercorre, quindi gli ultimi dieci mesi dei cosentini con il nuovo governo di Mario Occhiuto, trascorso tra l'inaugurazione di Piazza Bilotti e la grave crisi idrica che ha collassato la città. Un periodo che boccia senza se e senza ma. «Cosenza si è impoverita tantissimo - afferma l'ex consigliere comunale- E non solo sotto l'aspetto economico. 68mila abitanti sono davvero pochi e se si pensa che una piazza possa invertire una tendenza allora davvero non si è capito nulla. La città ha bisogno di riacquistare centralità. Credo che ci sia un percorso obbligato rendere i quartieri degradati fruibili e rilanciare il centro storico. Non farlo cadere a pezzi. Si potrebbe ripartire da qui e cercare di diventare attrattivi soprattutto per l'università che volere o volare crea economia. Se non si colgono queste opportunità perdiamo l'ennesima possibilità di risollevarci. Poi costruiscano quello che più ci piace, ponti, stadi, spiazzi, ospedali, senza però dimenticare per chi si costruiscono queste opere. Cosenza è in agonia. Si può staccare la spina o si può tentare di rianimarla. È una questione anche di amore per la città. Se lo si comprende bene, diversamente staremo tutti al capezzale ad attender l'ultimo respiro. Mi sembra davvero riduttivo pensare al superfluo e non pensare all'indispensabile come l'acqua appunto che dovrebbe essere nel terzo millennio un diritto acquisito. Ma si sa viviamo nella città delle luminarie. Feste, lustrini, divertimenti fanno voti. Poi se un palazzo nel centro storico va a fuoco nessuno se ne accorge».
Cinzia Gardi Cronache delle Calabrie 2/4/2017