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del 20/01/2021
C’era una volta il Teatro di Tradizione
Gira sui social (Facebook e Whatsapp) l’invito “Salviamo Il Teatro Alfonso Rendano” promosso dall’Associazione Culturale Nova.
Ne siamo sinceramente compiaciuti. Tanto interesse per il nostro teatro scalda il cuore e ancor di più se l’iniziativa parte dai nostri giovani. Peccato però che l’appello giunga con comprensibile ritardo rispetto al declassamento della nostra prestigiosa istituzione, conseguenza della maldestra gestione messa in atto dall’attuale amministrazione comunale.
Perché forse qualcuno non lo sa, ma il nostro Rendano non è più Teatro di Tradizione già da qualche anno, esattamente dal 2018, da quando cioè l’ente Comune ha iniziato a disinvestire sulla cultura e soprattutto sulla lirica.
Perché, lo sanno tutti, per essere “di tradizione” un teatro deve occuparsi principalmente di produzioni lirico-sinfoniche, e come è noto, soprattutto ai melomani nostrani, al Rendano di lirica non se ne ascolta più da tanto tempo.
È bene ricordare che i Teatri di tradizione, disciplinati dall'art. 28 della legge 14 agosto 1967, n.800 e, per il triennio 2018 - 2020, dall’art. 18 del D.M. 27 luglio 2017, hanno il compito di promuovere, agevolare e coordinare le attività musicali nel territorio delle rispettive province. La legge 800/67 prevede che il Ministro, sentita la Commissione Consultiva per il settore Musica, possa con proprio decreto riconoscere la qualifica di “teatro di tradizione” a teatri che dimostrino di aver dato particolare impulso alle locali tradizioni artistiche e musicali.
A Cosenza non si ha notizia di iniziative atte a dare “particolare impulso alle locali tradizioni artistiche e musicali”, marchette clientelari a parte.
E’ vero che organizzare eventi lirici costa tanto ed è vero che il Comune di Cosenza è attualmente in dissesto, ma è anche vero che tra il 2017 ed il 2018 i nostri amministratori continuavano ad elargire soldi a destra e a manca, a nominare direttori lautamente pagati e certamente non ad organizzare eventi lirici.
A questo punto che fare? Si potrebbe trasformare la petizione e sottoporre ai candidati alla presidenza della Regione Calabria ed agli innumerevoli candidati a Sindaco della città di Cosenza, la richiesta di assumere un impegno serio, programmatico e, soprattutto, realizzabile, per la restituzione alla nostra città di quel “fregio” che per molti lustri è stato il nostro vanto.
Ovvero, che i candidati si impegnino ad individuare ed erogare i fondi necessari a programmare una stagione lirica degna di questo nome e ad avviare d’intesa con il ministero competente le procedure per riacquisire il titolo di Teatro di Tradizione.
Chi ambisce agli onori della carica non può sottrarsi dall’onere di predisporre un progetto serio di rinascita del Rendano. Chi vuole rappresentare la comunità deve fare fatti e non riempirsi la bocca di chiacchiere da campagna elettorale.
Si lavori affinché l’amore e l’attaccamento al Rendano non vadano perduti e grazie ancora ai giovani dell’Associazione Culturale Nova per avere acceso un provvidenziale faro sul nostro teatro.
Sergio Nucci
Buongiorno Cosenza
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