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del 28 novembre 2019
La fine della favola
E’ finita la narrazione su Cosenza, città bellissima, europea e accogliente, che questa amministrazione aveva rifilato in questi lunghi otto anni ai cosentini.
La città è fallita grazie a questo sindaco e a poco valgono i proclami delle ultime ore su un PIL cresciuto e relativo alle sole opere pubbliche realizzate in città e per la quali adesso non c’è un euro per la loro manutenzione. La stampa farebbe bene a chiedere ai cosentini se hanno mai avuto la sensazione che questa crescita riguardasse anche le loro tasche. Una città povera, inospitale, invivibile e per di più in dissesto. Cosa doveva capitarci di peggio? Narrazione uguale a mistificazione nel caso di Cosenza, dunque. In verità già a luglio avevamo paventato i pericoli connessi al dissesto, augurandoci sinceramente che quest’onta non ci riguardasse, ma in cuor nostro sapevamo che sarebbe stato impossibile evitare il default economico viste tutte le spese pazze e milionarie fatte per accontentare questo o quello. Ma adesso finite le chiacchiere restano solo i nodi al pettine E tra i nodi due sono quelli che più fanno male ai nostri concittadini. Quelli che riguardano direttamente i nostri figli: le mense scolastiche e i servizi ausiliari negli asili nido. Per le mense dopo il 30 novembre, ultimo giorno di erogazione dei pasti per i piccoli alunni, ci sarà il nulla. Non ci sono soldi in cassa per indire una nuova gara e non si prevedono entrate tali da scongiurare questa funesta previsione. Stesso discorso per gli asili nido per i quali la mancanza di fondi potrà significare mandare a casa lavoratrici e lavoratori impegnati nel settore. Anche per loro si preannunciano le ore più buie. Che faccia tosta affermare che con il dissesto non sarebbe cambiato nulla per la nostra città. Mi verrebbe voglia di chiedere al signor Sgarbi, così sempre pronto a parlare bene del primo cittadino di Cosenza, se davvero sa in che baratro ci ha trascinato il suo sindaco. Sergio Nucci “Buongiorno Cosenza” |
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