Rispondere è educazione

sergio quot La pubblicazione della recente sentenza con la quale il Tribunale di Cosenza ha accertato l’esistenza di crediti di Mario Occhiuto nei confronti del Comune di Cosenza e la loro integrale pignorabilità da parte di Equitalia merita alcune riflessioni che conducono, mi pare di poter dire, a conclusioni impegnative.

La vicenda – pur nota – è segnata dal mancato accantonamento da parte del Comune di Cosenza delle somme sottoposte a pignoramento da parte di Equitalia e dovute al Sindaco a titolo di indennità.

Il Comune non solo non ha messo da parte le somme – sottraendosi al rispetto di un obbligo di legge e continuando a versare integralmente l’indennità al Sindaco – ma non si è neanche presentato in udienza per rendere la dichiarazione circa la sussistenza di eventuali crediti sottoponibili ad esecuzione.

Comportamento che ha imposto al creditore – Equitalia, soggetto incaricato di riscuotere tributi non versati – di instaurare un giudizio per l’accertamento della esistenza dei crediti e della loro pignorabilità.

Con la sentenza depositata il 9 gennaio 2018, il Tribunale di Cosenza ha affermato che i crediti esistono e sono pignorabili in misura addirittura corrispondente all’intero importo dell’indennità.

Ne consegue che non avendo il Comune di Cosenza accantonato i fondi, dovrà interamente versarli in favore di Equitalia.

La sentenza contiene, implicitamente, l’ulteriore affermazione circa la doverosità dell’accantonamento delle ulteriori somme sino alla concorrenza del credito vantato dalla parte esecutante.

Il Comune dovrà smettere di versare l’indennità al Sindaco.

Dall’altro lato, il Comune potrebbe decidere di impugnare la decisione per invocarne la modifica; se dovesse avere ragione, cosa della quale è lecito dubitare, nulla dovrà ed Equitalia dovrà vedersela direttamente con il Sindaco, con gli intuibili problemi di esecuzione.

Sorgono allora alcune domande.

Chi deciderà che cosa fare?

Si verificherà – meglio, si è già verificato – un evidente caso di conflitto di interessi che sin dalla campagna elettorale era stato messo in evidenza e che avrebbe dovuto comportare la dichiarazione di incompatibilità di Mario Occhiuto per la carica di Sindaco.

Recita l’art. 63 del TUEL:

1. Non può ricoprire la carica di sindaco:

…..

4.   colui che ha lite pendente, in quanto parte di un procedimento civile od amministrativo … con il comune.

La norma trova la sua ragion d’essere nella necessità di evitare confliggenti interessi tra l’ente e l’eletto, e in particolare di escludere che questi, approfittando della carica rivestita, possa influenzare in qualche modo la volontà dell’amministrazione che guida.

Come a dire, occorre scongiurare il rischio che l’eletto faccia tutelare dal Comune i fatti propri a danno di quelli della comunità.

Non è una questione di lana caprina, è di natura essenziale giacché evidenzia proprio la necessità che l’Amministrazione sia rivolta al bene di tutti e non possa essere strumentalizzata per fini personali.

E si mostra in tutta la sua dirompente evidenza nel nostro caso.

Il Sindaco e la Giunta saranno infatti ora chiamati a decidere che cosa fare; e la decisione riverbererà i suoi effetti sia nella sfera giuridica di Mario Occhiuto che in quella del Comune.

Le due posizioni sono confliggenti.

Allo stato delle cose, siamo dinanzi al fatto che il Comune – cioè tutti i cittadini che con le imposte e tasse versate lo finanziano – pagherà i debiti personali di Occhiuto verso l’Amministrazione Finanziaria.

Che cosa decideranno di fare Sindaco e Giunta?

Val la pena rilevare come anche il non fare niente si tradurrebbe in una scelta significativa.

Che cosa avete intenzione di fare?

È doveroso, oltre che lecito, chiederlo.

E nell’ipotesi in cui le somme dovessero essere erogate al creditore pignorante, il Comune attiverà o meno il recupero coattivo?

Ha previsto l’attivazione di procedure cautelari a tal fine?

Il danno erariale è dietro l’angolo: i componenti della giunta e gli Uffici hanno contezza del problema?

E il collegio dei revisori?

Infine, una notazione: le cronache ci ricordano che qualche tempo fa era stato conferito ad un alto magistrato in pensione la nomina di Consulente del Sindaco per il supporto “in ordine a specifici compiti di verifica e monitoraggio delle politiche per la legalità, la trasparenza e l’integrità degli atti e delle politiche in materia di anti corruzione e della fattispecie del voto di scambio”.

Non ce ne voglia nessuno, ma in questo caso non c’era più di qualcosa da rilevare e segnalare?

Qualcuno ci dia una risposta, per favore.

 
Sergio Nucci
"Buongiorno Cosenza"

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