Lino Polimeni, con il suo Articolo21, ieri ha incontrato la realtà del centro storico di Cosenza. Una realtà che agli occhi di alcuni prezzolati giornalisti sembra sconosciuta. Eppure basterebbe andare a Cosenza vecchia per capire le condizioni in cui versa.
Ieri la sola forza delle immagini di Articolo21 ci ha fatto vedere, per l’ennesima volta, quello che noi cosentini sappiamo e che per nostra comodità siamo soliti buttare sotto il tappeto. Eppure Polimeni non può essere ascritto tra gli odiatori del sindaco. Ieri questa parte della nostra città è sembrata davvero “ ’na carta sporca e nisciunu se ne ‘mporta”. A Cosenza ci sono state realizzazioni che non hanno minimamente riguardato parti importanti del suo territorio, dalle periferie alla parte antica. Troppe cose sono state sacrificate sull’altare dell’apparenza. Questo approccio alla politica questi frutti ha portato.
Sarebbe stato bello nel giorno di Calatrava ri-inaugurare anche il ponte di legno sul lungo-Busento, da tempo impraticabile e causa di disagi per la tanta gente che abita lì. Solo un esempio per dire che le cose possono essere fatte senza perdere mai di vista le tante verità di questa città. Sette anni sono sufficienti per emettere una sentenza su come parte delle città è stata amministrata, finanche per il più parziale giornalista, ed il non averlo fatto ci fa capire quanta malafede ci sia in tanti che scrivono e parlano. Ma va bene così, sono ormai rassegnato al giudizio di Twain ovvero che “Il giornalista è colui che distingue il vero dal falso… e pubblica il falso”. E allora… non mi resta che augurare Buone cronache a tutti gli amici giornalisti alla Twain.