Leggendo le ultime dichiarazioni dello stimato assessore Geppino De Rose, ho avuto la sensazione di trovarmi dinanzi i comunicati che un tempo diramava Bonaiuti (portavoce di Berlusconi) quando si vedeva costretto, per la gravità delle dichiarazioni, a rettificare il "verbo" del suo capo.
Lo spunto lo traggo dalla precisazione che proprio De Rose fa in merito ad un presunto coinvolgimento di Mario Bozzo, il presidente della fondazione CARICAL, mai avvenuto in realtà, nel rivolgere critiche all'amministrazione Occhiuto e per questo apostrofato con un corposo pensiero che riporto: "almeno così sembrerebbe da alcuni resoconti giornalistici peraltro non smentiti, esponenti vintage delle fondazioni bancarie che, dopo anni di ininterrotto monopolio politico-familistico, sotto mentite spoglie, adesso indossano i panni degli innovatori. Quasi ridicoli, anzi spaventosi nel loro nullismo ideologico". Frase pesante e indiscutibilmente rivolta all'incolpevole Bozzo, reo solo di essere stato scambiato, su un quotidiano cittadino, con altro Mario Bozzo di altra storia politica e di altro ruolo.
Una volta chiarito che Bozzo (Carical) era davvero incolpevole, il buon De Rose si è affrettato a battere una precisazione nella quale si legge "nella mia nota non esiste alcun riferimento diretto e specifico alla sua persona, né alla Fondazione Carical, né tanto meno alle sue attività. Il giudizio reso si riferiva alla relativa inconsistenza e lontananza delle fondazioni bancarie e delle banche dai processi di innovazione e sviluppo sociale della città". Come dire: parlavo di cipolle e a un certo punto mi è venuto di parlare di patate. Scuse risibili. E' chiaro che quelle parole De Rose le rivolgeva proprio a Bozzo, "esponente vintage delle fondazioni" e, accortosi della figuraccia, è corso ai ripari, emulando però proprio Bonaiuti che delle smentite e delle rettifiche è diventato maestro.
Ma il punto è un altro. De Rose, nel suo scritto, se la prende con una minoranza che fa secondo lui disinformazione. Tra tutti gli argomenti a disposizione per confutare l'assunto di De Rose, ne ho scelto uno per far comprendere ai cosentini, tutti indistintamente, che dinanzi ad un asino che vola c'è solo una possibilità: dubitare di chi diffonde la notizia.
E veniamo al mio ragionamento: in un comunicato di qualche giorno fa, l'amministrazione ha ventilato la possibilità di andare in canoa sui fiumi cosentini.
Leggete, è il Comune che scrive: "E poi i fiumi Crati e Busento riqualificati, attraverso un processo di sicurezza idraulica che ne consolidi le sponde fino a renderli navigabili almeno alla loro confluenza, immaginando la possibilità di farli percorrere da canoe o da piccoli battelli turistici, sull’esempio dei bateaux mouches francesi".
Questo è davvero troppo. Possiamo credere alle favole, che tra gli studi legali di fiducia di questa amministrazione ne esistano solo due in grado di rappresentare adeguatamente l'ente, possiamo credere al super dirigente capace di essere uno e trino, agli architetti onniscienti e sempre presenti, alle imprese "sempre quelle" per i cottimi fiduciari, possiamo finanche credere che la perizia geologica per piazza Fera-Bilotti non sia mai stata copiata, ma arrivare a credere che il Crati diventi navigabile con le canoe fino ad arrivare ai bateaux mouches parigini è davvero troppo. Chiariamolo, una volte per tutte, ai cosentini e non: attualmente i fiumi che attraversano Cosenza trasportano anche liquami inquinanti, dal momento che gli scarichi nei due fiumi non sono correttamente depurati né censiti. E ce ne sono a iosa. Per rendere navigabile i fiumi sarebbero necessari finanziamenti per diversi milioni di euro (che non ci sono) per la realizzazione delle chiuse e in più bisognerebbe garantire la depurazione dei corsi d'acqua, opera anche questa titanica e che non dipende solo dal comune di Cosenza.
Il punto è questo: se si vuole realizzare una fogna a cielo aperto, con acqua stagnante e puzzolente, l'idea di rendere i fiumi navigabili può essere presa in considerazione, diversamente è meglio abbandonare roboanti enunciazioni (asini che volano) e dedicarsi ai quei marciapiedi nel centro città che il sindaco Occhiuto avevo promesso di realizzare entro la fine di agosto. Mi riferisco ai marciapiedi di viale degli Alimena, di corso Fera, di via Simonetta, di via Caloprese e dell'ultimo tratto di corso Mazzini per come prevede l'appalto di piazza Fera-Bilotti.
Esponenti autorevoli dell'amministrazione, anziché, dunque, inalberarvi per le critiche (legittime) della minoranza, lavorate, o meglio iniziate a lavorare perché la città è stanca delle enunciazioni, dei progetti, degli incarichi diretti ed indiretti, delle feste e delle fiere, delle scorte e degli asini che volano: vorrebbe vedere i fatti.
Con viva riconoscenza.
Sergio Nucci
Consigliere Comunale di Cosenza
Presidente Gruppo "Polo Civico - Buongiorno Cosenza"