Le accuse che una parte del PDL rivolge quest’oggi al collega Andrea Falbo sono ingiuste ed inopportune. Ingiuste perché rivolte ad un consigliere che, al contrario di tanti Soloni da sottoscala, ha manifestato il proprio pensiero senza lasciarsi irretire da presunte appartenenze che non possono e non devono condizionare la propria condotta politica; inopportune perché aprono un fronte tutto interno alla maggioranza che, oltre ai mille problemi quotidiani, dovrà ora anche affrontare a tutti i livelli i distinguo di questo o di quello su questa o quella decisione.
Andrea Falbo, nel rispondere all’assessore ai Lavori Pubblici, a mio avviso, ha chiarito ciò che era scontato: le commissioni affrontano i problemi, individuano le responsabilità e propongono le soluzioni. Solo e semplicemente questo. Va da sé che a nessuno è consentito attribuire patenti senza correre il rischio di essere a propria volta giudicati.
Ma c’è di più: Falbo è stato addirittura accusato di aver ricercato facile visibilità aprendo ai giornalisti la sua commissione, “dimenticando” il regolamento, ma quel che è peggio omettendo di dire che altri erano i commissari che avevano inteso dare clamore a quel sopralluogo, e aggiungo io giustamente, per rendere edotta la stampa sulla situazione del Cimitero.
Che doveva fare allora il buon Falbo per alcuni? Secretare la commissione. E perché mai? Se i cittadini di Cosenza vanno al cimitero non si rendono conto con i propri occhi di eccellenze e deficienze? O vogliamo secretare il Cimitero?
Ho partecipato anche io a quei lavori ed ho appreso dalla bocca di dipendenti e funzionari quali sono le precarietà che si registrano.
In tutta onestà devo dire che né nelle parole dei comunali né in quelle dei commissari presenti, si è palesata la benché minima critica all’assessore ai lavori pubblici. La situazione riscontrata è la seguente: assenza di igiene nei locali del cimitero, quattro bare ancora in attesa di tumulazione di cui una con problematiche logistiche, loculi ultimati e non consegnati per insolvenza del comune e sala autoptica priva dei requisiti richiesti dalla normativa vigente (626/94 e s.m.i. per i neofiti).
Questi i fatti, né una virgola in più né una virgola in meno. Allora di cosa ci si lamenta? Che in una commissione presieduta da un consigliere di maggioranza si sia detto che vi sono cose che non vanno?
Ma davvero c’è bisogno del sigillo di una commissione per capire le cose che non vanno?
Noi siamo consiglieri comunali e come tali vediamo tutto quello che va e quello che non va, quali sono i lavori ai quali è stata data priorità (vedi cortile interno del comune) e quelli che ancora aspettano soluzione (vedi i marciapiedi, gli impianti semaforici, le perdite idriche, le buche sull’asfalto, la sosta selvaggia, gli addobbi natalizi ancora montati etc. etc.).
Forse i solerti colleghi avrebbero dovuto spostare il tiro e pretendere quello che Falbo (a questo punto “il coraggioso”) ha avuto l’ardire di chiedere in piena assise comunale a Sindaco ed Assessori, ovvero maggiore collegialità in maggioranza con piena condivisione di strategie e programmi.
Ma a volte si sa, lo spirito di corpo si chiede a chi nella scala gerarchica sta un gradino più giù dimenticando che “anche la regina ha avuto bisogno della vicina”.